La Germani Brescia conquista la finale scudetto e fa sognare i tifosi: ma sapete che solo 15 anni fa era fallita ed è ripartita da zero?

Ci sono storie che fanno bene allo sport perché denotano la caparbietà di chi decide che no, così le cose non vanno bene. Prendete il calcio, prendete Aurelio De Laurentiis. Il presidente del Napoli nel 2004 ha pescato dalla Serie C la “Napoli Soccer” (all’inizio, per questioni anche di diritti, il nome fu questo qui) e oggi, 21 anni dopo, festeggia il suo secondo scudetto. Ebbene, una storia così bella la stiamo vivendo anche nel basket, e si chiama Germani Brescia.
Qui la storia inizia un po’ dopo, nel 2009. Il Basket Brescia era fallito nientemeno che nel 1996 e per 20 anni è stata un fantasma nel basket nostrano. Poi un giorno la dott.ssa Graziella Bragaglio si mette a capo di un progetto lungimirante e da lì in poi è un’escalation inarrestabile: Campioni d’Italia serie A Dilettanti, promozione in Lega A, Semifinale e Finale di Coppa Italia di Serie A, semifinale Playoff, circuito sportivo EuroCup.
E ora una bellissima finale scudetto, che comunque vada sarà comunque il momento più alto nella storia della Leonessa. Saranno in 5mila al PalaLeonessa per assistere a una partita che sognavano da tanto, troppo tempo, e che probabilmente non avrebbero mai pensato di poter vivere. E invece Brescia è lì, pronta a giocarsi uno scudetto che avrebbe dell’incredibile anche perché nasce da un ridimensionamento che tutto doveva portare, tranne che una finale per il titolo.
Ma Brescia è così, ha sette vite ed è brava a reinventarsi ogni volta trovando comunque la strada per il successo. Il 3-0 con il quale la Leonessa ha asfaltato Trapani in semifinale, qualificandosi per la finale scudetto, è figlio di un progetto meraviglioso nato da scelte coraggiose e lungimiranti. Su tutte quella dell’allenatore.
Giuseppe Poeta e il suo Brescia dei miracoli: “Alleno da Peppe”
Brescia è arrivata dove nessuno osava immaginare. È partita in silenzio, con le aspettative basse e un progetto che sapeva di transizione. E invece ha riscritto il copione, trasformando un’annata da cantiere in una favola sportiva. Dalla promozione del 2016 al trionfo in Coppa Italia nel 2023, fino all’attuale corsa tricolore: la Germani si è costruita mattone su mattone, sempre un passo alla volta. Senza proclami, ma con idee chiare.

Il budget era tra i più bassi della Serie A. Il coach, Giuseppe Poeta, era all’esordio assoluto. Ma quello che sembrava un azzardo si è rivelato un colpo di genio. “Sono Peppe e devo allenare da Peppe”, ha detto lui, dopo la semifinale, con la voce rotta dalla commozione, spiegando a modo suo che il suo metodo funziona proprio perché è così. E in campo ha guidato una squadra che non si è mai sentita inferiore, nemmeno contro avversari ben più attrezzati.
A guidarla c’è Amedeo Della Valle, l’uomo che si è preso Brescia e forse anche un pezzetto di riscatto personale. Da “memato” dei social a simbolo di una città. Adesso c’è solo un ultimo gradino da salire. Ma comunque vada, questa Brescia è già leggenda. E al PalaLeonessa lo sanno bene: certi sogni vanno vissuti fino in fondo, anche quando sembravano impossibili.