De Laurentiis rassicura i tifosi: finché sarà in vita la compagine partenopea vedrà lui come presidente del club.
Il futuro del Napoli è solido come non mai, anche e soprattutto grazie ad Aurelio De Laurentiis, l’imprenditore cinematografico che ha preso i partenopei tra i dilettanti dopo il fallimento e li ha portati sulla vetta del calcio italiano, con la ciliegina sulla torta dei due scudetti in tre anni.
Presidente del Napoli ormai da 21 anni, De Laurentiis punta a raggiungere e, perché no, superare l’iconico Corrado Ferlaino per titoli vinti: il presidente dell’epopea maradoniana è al momento in vetta con 7 titoli, ma De Laurentiis – a quota 6 – ha tutto il tempo per raggiungerlo. Al momento, il numero degli scudetti è lo stesso, quello che probabilmente manca è il successo internazionale. Ma i tifosi del Napoli possono essere tranquilli, a 76 anni De Laurentiis vuole rimanere alla guida e, conseguentemente, migliorare il suo palmares.
Queste le parole di De Laurentiis durante la conferenza stampa per presentare i ritiri di Dimaro e Castel di Sangro: “Finché avrò vita, cercherò di tenere in vita il Calcio Napoli. Poi, quando non ci sarò più, i miei figli se vorranno cederlo, lo cederanno. Io ho già rifiutato 900 milioni. Non venderei il Napoli nemmeno per due miliardi e mezzo di euro. Il Calcio Napoli si identifica con la città, con un popolo, con un’idea, con i napoletani, finché questa idea possiamo tutti rappresentarla con onestà intellettuale, andiamo avanti”.
Sarebbe curioso, d’altro canto, vedere se rifiuterebbe davvero una offerta da oltre 2 miliardi di euro.
De Laurentiis ha quindi parlato di mercato e del futuro del Napoli, nell’ottica di possibili nuovi trionfi:
“I pronostici non vanno mai fatti. Portano sempre jella. Negli ultimi dieci anni Napoli e Juventus raggiunto massimi livelli con una certa costanza, lo ha scritto Il Mattino di Napoli. Poi sa che la squadra del Nord non ha sempre giocato in maniera chiara. Il Napoli ha sempre giocato in maniera chiara. Avevo 19 anni, mio zio Dino mi disse: “vieni con me in America?”. “Voglio realizzare le mie cose in Italia”. Lui mi disse: “Questo è un Paese che non regala niente a nessuno”. Effettivamente ave ragione, in America esiste il sogno americano, qui no. Abbiamo fatto bene nel cinema e credo che abbiamo fatto abbastanza bene nel calcio nonostante mi sia dovuto immergere in una nuova dimensione, il che mi ha anche molto divertito. Farlo in una dimensiona napoletana, a venendo da origini irpine e torresi, mi ha dato dimensione divertita e di fantasia che si è ben sposata col cinema e col calcio”.
E sul mercato, tra le tante battute (compresa quella legata al Mondiale per club e al fatto che acquistare un calciatore che partecipa alla competizione non può essere fatto prima di un mese almeno per vedere le condizioni fisiche del giocatore), De Laurentiis non ha potuto non parlare del grande colpo De Bruyne:
“L’operazione De Bruyne è nata tre mesi fa. Non è la più importante. Perché? De Bruyne è un fuoriclasse, lo sappiamo, anche con una certa anagraficità. Sappiamo perfettamente che è un tassello che viene messo in una squadra che dovrà essere potenziata, abbiamo da affrontare quattro competizioni. È un fatto matematico. Ci saranno parecchie aggiunte. Ci piace lavorare bene, ci piace non lasciare nulla al caso. Non ti saresti mai aspettato che saremmo stati così veloci ad assicurare questa continuity”.
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